Heimatlos/Apolide guardando nel dizionario si ha tale definizione: Persona emigrata all'estero, che non ha alcuna cittadinanza, perché priva di quella di origine e non in possesso di un'altra. Questa è una semplificata definizione politica/economica, la definizione che mi porta a creare questo progetto è molto più personale, in quanto anche il titolo è fuorviante perché io non mi sento “senza patria” ma ho “problemi” ad averne due, cioè Capalbio (Italia, Maremma) e Berlino (Germania, Brandeburgo-una specie di Pianura Padana); quindi il vero problema è la mia bipolarità che mi porta ad essere triste quando devo abbandonare uno dei due luoghi, ma al contempo mi porta ad essere felice per il fatto che ritorno nell’altro. Il progetto è in via di definizione, in quanto non ancora finito; ma la composizione è molto semplice e diretta, niente di sfavillante o complicato, niente foto con angolature o colori alla ricerca del “like”. Sono foto molto lineari e semplici, un mix tra due pensieri fotografici che mi hanno educato: Luigi Ghirri e la Scuola di Düsseldorf ( Bernd e Hilla Becher, in primis); anche qui si può notare la commistione di ambienti fotografici differenti: Italia e Germania, ma che nel mio pensiero fotografico, nel mio modo di fare ricerca fotografica, si intersecano perfettamente come gli ingredienti di un cocktail. Vorrei solo concludere dicendo che le foto sono composte da dittici, una foto rappresentante Berlino ed una rappresentante Capalbio, non c’è un ordine prestabilito a dire sul lato sinistro solo foto di Capalbio e sul lato destro solo Berlino, la composizione (lato destro/sinitro) dipende da come mi sembra possano funzionare meglio le due foto, in maniera compositiva.
Installazione fotografica site-specific per l' "Urban Vision Festival" del 2017 ad Acquapendente, Italy.
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